lunedì 25 maggio 2015

Pane ai multicereali con lievito naturale

sourdough bread

(ascoltami mentre leggi )

Fare il pane in casa ha scandito la mia vita, da sempre. Sembra che sia una questione genetica. La bisnonna paterna, Maria,  ne faceva in quantità industriali per la sua numerosa famiglia. Mio padre mi parlava spesso di lei, morbida nei fianchi, con un seno importante nascosto sotto abiti semplici, le maniche arrotolate svelavano braccia forti, abituate a non perdersi d’animo e quel grembiule bianco, immacolato, da cui non si separava mai. Era lei che decideva tutto in casa, occhi vispi, sinceri, incastonati in un viso senza spigoli con un ciuffo ribelle e sempre illuminati da un sorriso birichino. Era una famiglia matriarcale quella in cui ha vissuto mio padre, il nonno Ferdinando, era infatti un musicista, vestito di tutto punto, magro e delicato, scriveva musica mentre lei spignattava in cucina con la sua ironica parlata, insieme alle sorelle, alle figlie da marito e alle nuore di turno, per la delizia dei nipoti come mio papà che era anche il suo cocco. Nonna Maria era il suo rifugio. Ogni qualvolta faceva una marachella, correva a nascondersi sotto il suo grembiule e lei, con le mani appoggiate ai fianchi, a mo’ di sfida diceva: “e ora venite a prenderlo” e aggiungo io, se ne avete il coraggio. Ma nessuno aveva il coraggio di contrariare quella donna imponente e tenera allo stesso tempo, con un cuore che traboccava di amore e compassione.

Quella casa di sassi appoggiata alle pendici dell’Appenino esiste ancora, proprio vicina alla centrale idroelettrica, la cucina aveva un camino enorme che prendeva tutta la parete a nord e le finestre davano sull’aia proprio davanti al fiume. Da li passavano tante persone, si sedevano al grande tavolo di legno per fare quattro chiacchiere e trovavano sempre, per rifocillarsi, una pagnotta profumata appena sfornata, del salame dalla grana grossa e un bel bicchiere di Lambrusco.

Il paese in cui si trova quella casa si chiama Isola, Isola di Palanzano. Bello vero? un’isola tra le montagne.

Cuore rosso

Una settimana fa, a Genova, ho seguito un corso di panificazione tenuto dal maestro Ezio Marinato e organizzato dalla bravissima Valentina Venuti. Mi si sono aperti nuovi orizzonti e non sto esagerando. Ho capito l’importanza del prefermento (tecnica che serve per evitare di utilizzare troppo lievito madre ed eliminare quindi l’inacidimento del prodotto finale) e ho apprezzato l’incitamento del maestro a prendere confidenza con il nostro lievito naturale non soltanto seguendo le indicazioni e le ricette migliori ma allertando tutti i nostri sensi, osservando la sua alveolatura, annusando il suo profumo e soprattutto assaggiandolo per capire di cosa ha bisogno. Ho iniziato a fare i ‘compiti’ provando con un pane classico di quelli che fai senza stare tanto a pensare e che ti regala un profumo e una fragranza impagabili.

Ho seguito le sue indicazioni e mi sono innamorata ancora una volta.

Che pane sia.

sourdough bread

Ingredienti per 4 pagnotte.

Prefermento con lievito naturale 1:4

80 g di lievito naturale solido (rinfrescato con una parte di lievito, una parte di farina e 45% di acqua)

320 g farina di forza bio

160 g acqua

2° impasto:

la massa del prefermento ( la mia era di circa 560 g)

1000 g di farina ai multicereali

650 g di acqua tiepida

25 g di sale

4 g di malto d’orzo

La sera prima preparate il pre impasto con lievito naturale rinfrescato la mattina ( 1 parte di lievito, 1 parte di farina e 45% di acqua): nella ciotola dell’impastatore con gancio a spirale mettete gli ingredienti ed impastate a velocità 1 per una decina di minuti. Lasciate l’impasto a temperatura ambiente tutta la notte ( ad una temperatura di circa 21° C) .

La mattina successiva mettete tutta la massa del preimpasto nella ciotola dell’impastatore e unite gli altri ingredienti: farina, acqua tiepida, il malto e dopo qualche minuto che avete iniziato ad impastare aggiungete il sale. Impastate fino ad ottenere una pasta ben strutturata,  per circa 10/15 minuti a velocità 1. Trasferite la pasta sulla spianatoia, formate una palla e mettetela in una ciotola coperta con un panno pulito. Fate puntare 30  minuti / 1 ora dentro il forno spento. sourdough bread

Trasferitela nuovamente sulla spianatoia, ben infarinata, fate delle pieghe,

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formate le pagnotte di circa 550/560 g l’una,

sourdough bread

 

sourdough bread

trasferitele in cesti di vimini foderati con teli puliti e infarinati, lasciate lievitare per circa 2 ore o fino a quando l’impasto sarà cresciuto di una volta e mezzo.

sourdough bread

Trasferite l’impasto su una teglia o su una pietra refrattaria o piatto di terracotta e prima di infornare praticate dei tagli profondi con un coltello affilato o una lametta.

sourdough bread

Infornate a 230° C, dopo dieci minuti abbassate a 200° e cuocete per circa 35/40 minuti o fino a quando il pane si sarà ben colorato. (In questo caso non ho né spruzzato acqua  dentro il forno né messo ciotola per umidificare).

sourdough bread

Prima di tagliare il pane lasciatelo raffreddare su una griglia in modo che perda l’umidità e diventi fragrante e pieno di sapore. Lo so che è difficile, ma è meglio che cercate di resistere, il pane sarà più buono.

sourdough bread

sourdough bread

sourdough breadsourdough breadsourdough bread

Buon pane  e buon divertimento, io torno ad impastare!

a presto

Pippi

Arcobaleno

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venerdì 22 maggio 2015

Involtini di merluzzo e gamberoni marinati (al vapore) con vellutata di asparagi #cuisinecompanion #moulinexitalia

cod rolls and marinated prawns with asparagus soup

(ascoltami Nota mentre leggi )

Immacolati involtini di filetto di merluzzo con un cuore croccante di pistacchi, gamberoni profumati da una delicata marinatura tra bacche di pepe rosa e rametti di aneto e una crema di asparagi e porro, morbida come velluto.

Due giorni fa ero in una Firenze piovosa e caotica con migliaia di turisti nascosti sotto impermeabili multicolor, infinite scolaresche in fila per due sui marciapiedi e  passeggini antipioggia spinti da mamme rock e impavide. Firenze è talmente bella da lasciarti senza fiato ogni volta, anche quando, sotto una pioggia battente, arrivi dalla stazione a testa bassa saltellando tra una pozzanghera e l’altra, imprecando sottovoce, alzando e abbassando il tuo ombrellino da borsetta (sempre troppo piccolo per un acquazzone) per farti spazio tra la gente che non guarda mai dove va, perché, all’improvviso, ti ritrovi lì, con il Duomo di fronte che ti guarda in tutta la sua immensità. Allora rallenti e un brivido ti scorre lungo la schiena. Cerchi di riempire i tuoi occhi per quei pochi minuti che restano prima che tu debba svoltare a sinistra per lasciartelo alle spalle. Ma lui è sempre lì. Sempre per sempre. E’ una certezza.

Dietro l’angolo mi aspettano però delle amiche per un gioco da fare insieme. Una gara culinaria in una cornice piena di fascino, in un antico palazzo dove si trova Eataly con le sue aule didattiche dai soffitti affrescati, arredate con gusto ed eleganza. Siamo qui per una sfida a suon di mestoli in una atmosfera di grande allegria.

Grazie per il bel pomeriggio, nonostante la pioggia, a Francesca Giustiniani e Mariaclara Nitti di Eidos, a Kristèle Lagarde product manager di Moulinex Italia, a Ilaria Mazzarotta, alle mie colleghe e amiche Sandra Pilacchi, Teresa De masi, Martina Toppi e ai concorrenti che hanno dovuto cucinare le nostre ricette senza averle mai provate prima: Azzurra Mantellassi, Jacopo Mariutti, Elisabetta Cuturello e Daiana Pellegrini.

Grazie #cuisinecompanion , da oggi non ti lascio più.

cuisine companion moulinexitalia

Questa la ricetta che ho pensato per l’evento organizzato da #moulinexitalia per #cuisinecompanion!

Buon divertimento! Torno subito

cod rolls, marinated prawns and asparagous soup

Per 2 persone

Tempo preparazione 15 minuti

Tempo cottura 28/30 minuti

Ingredienti

300 g filetto di merluzzo senza pelle ( due filetti da circa 150 g l’uno)

4 gamberoni

350 g asparagi verdi

½ porro

40 g pistacchi sgusciati

1 limone o lime

250/300 ml brodo vegetale ( o acqua )

Aneto fresco

3 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Sale e pepe rosa in grani

Procedimento

1) Nel boccale del Cuisine Companion montate la lama impastatrice/frantumatrice e mettete i pistacchi sgusciati a Vel. 11 per 40/50 secondi. Raccogliere i pistacchi tritati in una ciotola e tenete da parte.

2) Lavate il porro, eliminate la parte radicale e affettatelo. Lavate gli asparagi, tagliate la parte legnosa del tronco ed eventualmente, se troppo fibroso, pelate il gambo rimanente con un pelapatate. Tenete da parte una decina di punte di asparago per la decorazione finale. Tagliate a pezzetti il resto.

3) Con la lama miscelatore fate rosolare i porri affettati con 2 cucchiai di olio extravergine impostando il programma Slow Cook P1 per 3 minuti.

4) Unite gli asparagi a pezzetti, aggiungete un cucchiaio d’olio extravergine e ripetete il programma Slow Cook per altri 5 minuti.

5) Nel frattempo pulite i gamberoni eliminando il carapace ma lasciando le teste e le code, incidete il dorso ed eliminate il filo intestinale. Sistematele in una ciotola e lasciate marinare con il succo di un limone, la scorza grattugiata, un pizzico di sale, qualche rametto di aneto e 5 grani di pepe rosa.

6) Sistemate i filetti di merluzzo tra due fogli di pellicola e appiattiteli delicatamente con un batti carne, poi pareggiateli con un coltello affilato. Salateli, distribuitevi sopra il trito di pistacchi, qualche rametto di aneto e dei grani di pepe rosa. Arrotolateli e avvolgeteli ben stretti, come caramelle, in un foglio di pellicola alimentare ciascuno

cod rolls, marinated prawns and asparagous soup

7) Quando gli asparagi e il porro si saranno rosolati, sostituite la lama con la lama ultra blade, aggiungete il brodo vegetale o l’acqua, preferibilmente bollenti, regolate di sale e pepe, mettete il cestello della cottura a vapore con le punte di asparago e le rondelle di porro tenute da parte. Azionate il programma Soup – P1 per 20 minuti con il tappo ruotato verso Vapore Massimo. Dopo 5 minuti, mettete in pausa il programma, aprite il coperchio e mettete nel cestello i rotolini di merluzzo e proseguite la cottura. Dopo 7 minuti, mettete di nuovo in pausa il programma ed inserite nel cestello i gamberoni scolati dalla marinatura. Quando mancano 3 minuti alla fine del programma, mettete in pausa, togliete il cestello che terrete al caldo, e riprendete la cottura. Negli ultimi due minuti il programma Soup frullerà ad intermittenza la vellutata di asparagi.

A fine cottura, spegnete il Cuisine Companion, togliete la lama ultrablade, e trasferite la vellutata in due ciotoline.

Togliete gli involtini dalla pellicola, posizionateli su un piatto insieme ai i gamberoni, conditeli con un filo di olio extravergine d’oliva

cod rolls, marinated prawns and asparagous soup

ed accompagnateli con dei bicchierini di vellutata in cui avrete messo tre punte di asparago cotte al vapore e qualche granello di pepe rosa.

cod rolls, marinated prawns and asparagous soup

Usate le altre punte di asparago e le rondelle di porro come decorazione del piatto.

cod rolls, marinated prawns and asparagous soup

A presto e non perdetevi il prossimo post, parleremo di pane.

Pippi

Rosa rossa

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lunedì 18 maggio 2015

Cuisine Companion Moulinex l’evento di Firenze

 

cuisine companion moulinexitalia

Io e il mio Cuisine Companion Moulinex siamo pronti!

Vi ricordate la ricetta della crema alle nocciole? In quell’occasione vi avevo anticipato di questo tour gastronomico che si sarebbe svolto in tre tappe: Milano, Firenze e Roma.

Ebbene sì, ci siamo, tra due giorni avrà luogo, finalmente, la 2° tappa del TOUR RICETTE IMPOSSIBILI   di Moulinex Cuisine Companion.

Il  20 maggio intorno alle 17,00, Sandra Pilacchi, Teresa de Masi, Martina Toppi ed io, vi aspettiamo da Eataly a Firenze (via dei Martelli 22), per una ‘sfida’ all’ultimo mestolo in compagnia dei 4 finalisti del contest #ricetteimpossibili.

Non siete curiosi di scoprire le nostre #ricetteimpossibili? Allora vi aspettiamo al nostro showcooking per trascorrere un’oretta in allegria e spensieratezza! Non mancate!

Diapositiva 1

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venerdì 15 maggio 2015

Pesce al cartoccio con asparagi, cipollotto e lime

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Per un titolo così generico, ‘pesce al cartoccio’, esiste in realtà una spiegazione precisa. Qualche giorno fa chiedo a mio marito di comprarmi l’orata e lui torna con questi due pesciolini rosa, fotogenici, dice lui, ma soprattutto perché il pescivendolo, non avendo l’orata, gli spiega che questi sono altrettanto buoni e freschissimi. Vero. Nel tragitto di ritorno, però, il nome dei pesciolini si volatilizza inesorabilmente dalla sua mente. Quindi una volta puliti li metto in freezer con un’etichetta con sopra scritto ‘ignoti’ anche se a me sembrano dei ‘fragolini’. Ogni tanto a bruciapelo, quasi fosse un’interrogazione, rivolgo a mio marito la fatidica domanda con la speranza che uno shock da spavento, gli possa far tornare la memoria ma non c’è verso. Ho messo addirittura la foto su FB per cercare aiuto, sono venuti fuori una miriade di nomi che a lui, però, non dicono niente. Quindi, ad oggi, non siamo riusciti a capire di che pesce si tratti.  Molto gustoso del resto, dalle carni bianchissime e tenere e con non troppe lische. Prossimo passo sarà tornare dal pescivendolo al mercato sperando che, nel frattempo, almeno lui non si sia scordato il nome e, soprattutto, farsi una cultura più approfondita sulle specie ittiche.

Fish in parchment with asparagous, spring onion and lime

Questa è una non ricetta, nel senso che può essere coniata in mille modi a partire dal pesce. L’unico punto fermo è la cottura al cartoccio che, oltre a permettere l’utilizzo di pochi grassi, lascia la carne particolarmente morbida e ricca di sapore.

Vi racconto quindi solo come ho abbinato questi pochi ingredienti seguendo l’istinto del momento.

‘Pesciolino rosa dalla forma garbata e armoniosa’, insaporito con sale rosa dell’Himalaya, soprattutto perché me ne ricordava il colore, son sincera, un ciuffetto di finocchietto selvatico che è folto ed esuberante nell’aiuola odorosa, degli asparagi verdi nel massimo del loro splendore in questo periodo, un cipollotto di tropea, profumato e di un rosso porpora che adoro e del lime, per dare un tocco esotico non certo a km 0.

Fish in parchment with asparagous, spring onion and lime

Nel ventre del pesciolino, che in questa foto stava ancora tentando di scongelarsi, ho messo  una presa di sale, uno spicchio di lime e un ciuffetto di finocchietto. Qualche rondella di cipollotto, gli asparagi, altro finocchietto in giro per il cartoccio, ancora una spolverata di sale e un filo d’olio extravergine d’oliva. Ho chiuso il cartoccio e messo in forno a 180° per circa 20 minuti.

Fish in parchment with asparagous, spring onion and lime

Dopo pochi minuti il profumo degli ingredienti che crogiolavano in forno si era già sparso per la cucina. Le carni, umide e tenere di questi pesciolini ‘ignoti’, avevano un gusto molto delicato insaporite dal lime e dal finocchietto. Per completare e addensare l’intingolo creato dai succhi delle verdure e del pesce, appena ho aperto il cartoccio ho aggiunto solo un filo di olio crudo e servito subito.

Fish in parchment with asparagous, spring onion and lime

Pippi

Rosa rossa

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martedì 12 maggio 2015

Plum cake al cardamomo con mirtilli caramellati al timo–Cardamom plum cake with candied thyme blueberries

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Quando cardamomo, timo e mirtilli si incontrano, può nascere un dolce ricco di toni aromatici che si rivelano in una eleganza di sapori e di profumi.

Mi piaceva l’idea di legare il gusto speziato e fruttato, quasi tendente al limone, del cardamomo verde, con i mirtilli delle mie Alpi Apuane, piccoli, succosi e leggermente asprigni, cotti con una spolverata di zucchero di canna integrale  e una spruzzata di Calvados, distillato di sidro di mela o pera, tanto per rimanere in tema di frutta. Il timo poi è in piena fioritura in questo periodo dell’anno, le foglioline tenere e i suoi fiori  impalpabili adesso, con il loro profumo delicato, sono perfetti per essere utilizzati nella preparazione di dolci, soprattutto quelli aromatici come il mio plum cake.

Poco tempo fa vi avevo proposto il famoso dolce dei 7 vasetti, così ben collaudato da essere diventato, almeno per me ,uno dei miei dolci ‘veloci’, infallibili. Facendo però una ricerca su internet mi sono imbattuta su una versione di torta in ‘cucchiai’, ancora più semplice per chi non ha neppure il vasetto di yogurt come dosatore. Il problema è che di questa torta a cucchiai ne esistono una miriade di varianti e dopo un paio di ‘esperimenti’ più o meno ‘liquidi’ ho trovato la mia dose giusta almeno per le farine che ho utilizzato:  farro monococco e  avena.

A pensarci bene però è come se fosse anche questo la quadratura del cerchio. Mia mamma ha sempre preparato le torte miscelando gli ingredienti senza pesare mai niente, utilizzando un semplice cucchiaio da minestra, senza setacciare farina con lievito ma sciogliendolo in un angolino dell’impasto con del succo di limone, prima di amalgamarlo al resto e regolandosi, essenzialmente, sulla consistenza  dell’impasto finale. Solo ultimamente, influenzata da me, che mi spendo in spiegazioni e argomentazioni varie e per dimostrarmi che  ha  capito che la pasticceria è soprattutto una scienza, ha iniziato a pesare, con fatica, i vari ingredienti. Ecco,  mamma, dopo tutto questo argomentare, adesso faccio le torte con i cucchiai come le hai sempre fatte  tu e vengono buonissime! Torno subito

Qualche precisazione. I baccelli del cardamomo devono essere aperti, si prendono i semini e si pestano prima di metterli nell’impasto.

Se vi piace il gusto più classico potete utilizzare i semi di vaniglia, e nei mirtilli al posto del timo potreste lasciar in infusione la bacca di vaniglia da cui avete tolto i semi oppure potete aggiungere delle foglioline di menta.

I miei mirtilli sono quelli freschi che ho congelato quest’estate dopo averli ricoperti di zucchero di canna. Quelli enormi che si trovano in vendita ora non hanno nessun sapore, vi consiglio di fare così: ad agosto compratene di freschi e appena raccolti, lavateli, fateli asciugare e distribuitevi sopra dello zucchero. Distribuiteli in sacchettini e mettete in freezer. Si conservano perfettamente e li avrete sempre a disposizione.

L’impasto finale deve risultare di consistenza media, ne troppo sodo ne troppo liquido per cui aguzzate la vista e, soprattutto la prima volta, se utilizzate anche farine differenti dalle mie, tenete da parte il latte ed aggiungetelo con moderazione dopo aver amalgamato le farine.

Il lievito setacciatelo insieme alle farine, ma se usate delle farine integrali, scioglietelo come fa mia mamma. Funziona alla perfezione!

Questo plum cake lo dedico a lei che il 13 maggio di  49 anni fa, mi ha dato alla luce con tutte le conseguenze del caso. Auguri mamma!

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Ingredienti:

12 cucchiai colmi di farina ( nel mio caso 6 cucchiai colmi di farina di farro monococco e 6 cucchiai colmi di farina di avena)

12 cucchiai rasi di zucchero di canna integrale

8 cucchiai rasi di latte (nel mio caso latte di riso)

10 cucchiai rasi di olio di semi di girasole ( a spremitura a freddo)

2 uova grandi o 3 uova piccole

1 bustina di lievito

4 baccelli di cardamomo

un pizzico di sale

Per la decorazione:

200 g di mirtilli (freschi o congelati)

2 cucchiai di zucchero di canna integrale

2 cucchiai di Calvados (o altro distillato)

timo fresco

Procedimento

Preriscaldate il forno a 160° ( ma dipende sempre dal vostro forno, per cui regolatevi di conseguenza)

Setacciate le farine con il lievito per dolci in modo da ossigenarle ed evitare che si formino dei grumi.

Aprite i baccelli di cardamomo e raccogliete i semini interni in un piccolo mortaio pestandoli grossolanamente.

Ungete uno stampo da plum cake, infarinatelo, eliminando la farina in eccesso.

In una ciotola montate le uova con lo zucchero di canna fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Unitevi i semi pestati di cardamomo, aggiungete l’olio di semi di girasole, il latte e un pizzico di sale. Versate a pioggia le farine setacciate ed incorporatele delicatamente alle uova. Il risultato sarà un composto di consistenza media ma non liquida.

Versate il composto nello stampo, infornate e cuocete per circa 40 minuti. Per vedere se la torta è cotta fate la prova dello stecchino. Se esce ancora umida rimettete la torta nel forno per altri 5 minuti. Se durante la cottura vi accorgete che la torta si colora troppo, copritela con un foglio di carta stagnola.

Nel frattempo preparate i mirtilli. Metteteli in una padellina con lo zucchero, il distillato e delle foglioline di timo, lasciate cuocere a fiamma dolce per qualche minuto, lasciando leggermente caramellare la frutta.

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Distribuite questa composta di mirtilli sul plum cake quando questo è ancora tiepido in modo che si imbeva bene.

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Lasciatelo raffreddare completamente e servitelo a fette.

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Ingredients:

12 tablespoons of flour (in my case 6 tablespoons of einkorn flour and 6 tablespoons of oatmeal)

12 tablespoons of brown sugar

8 tablespoons of milk (in my case rice milk)

10 tablespoons of sunflower oil

2 large eggs or 3 small eggs

1 packet of baking powder

4 cardamom pods

a pinch of salt

To garnish:

200 g of blueberries (fresh or frozen)

2 tablespoons of brown sugar

2 tablespoons of Calvados

fresh thyme (leaves and flowers)

Directions

Preheat oven to 160 °C.

Sift the flour with the baking powder.

Coarsly pounded cardamom seeds in a small mortar.

Grease a plum cake mold and sprinkle with flour.

In a bowl combine the eggs and the sugar and whisk until the light and fluffy. Add the crushed cardamom seeds, the sunflower oil, milk and a pinch of salt. Pour in the eggs mixture the sifted flour and incorporate it gently.

Pour the mixture into the floured mold and bake for about 40 minutes or until a toothpick inserted into the center comes out clean.

In the meanwhile put the blueberries in a pan with sugar, brandy and thyme, simmer on low heat for a few minutes, until fruit will be caramelized but still soft.

Garnish the top of the cake with the blueberries compote when the plum cake is still warm, let it cool completely before slicing.

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Pippi

Rosa rossa

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venerdì 8 maggio 2015

Treccia di pane ai semi di papavero– Braided bread with poppy seeds

poppy seeds braided bread

(English translation below)

Una treccia di pane punteggiata da piccolissimi semi di papavero, farina di grano Verna, acqua di fonte, leggera e pura, e delle fragole dolcissime per una merenda piena di gusto e colore.

Ogni tanto ho bisogno di veder volare la farina sulla spianatoia come quando la spolveri e lasci cadere, quasi a rallentatore, il panetto lievitato. Un giaciglio setoso e bianco per far sì che quel panetto diventi cedevole sotto le nocche delle tue mani che premono per spingere fuori l’aria, lo piegano ripetutamente e gli donano una forma, ogni volta diversa. Oggi è la volta della treccia di pane a tre lembi, la forma più semplice che ci sia. I semi di papavero, oltre alle loro proprietà benefiche e salutari, contribuiscono a dargli quell’aria rustica, da pane di campagna, che tanto amo.

Servite questo pane in un pomeriggio di festa, spalmato con un velo di burro e una spolverata di zucchero, insieme a fragole, latte o yogurt per i bambini per una merenda completa ed energetica. Abbinatelo invece a dei formaggi freschi, una ricotta morbida o dei caprini, con un filo d’olio e una macinata di pepe nero per gli adulti e, credo, che un vino bianco o rosato, secco o leggermente profumato, potrebbe essere un abbinamento niente male.

Non mi resta che augurarvi un felice fine settimana da trascorrere in compagnia! Il mio sarà all’insegna del giardinaggio per riportare l’armonia nel mio giardino, rose rampicanti e campanule sono già pronte per essere trapiantate, e il vostro, come sarà?

Arcobaleno

p.s. Altre idee per utilizzare la Farina di grano Verna le trovate qui, e qui  Se invece la volete comprare, vi lascio il link del negozio online del Consorzio Agroalimentare di Siena.

poppy seeds braided bread

Ingredienti per una treccia

225 g farina di grano Verna

175 ml acqua tiepida

2 cucchiai di semi di papavero

2 cucchiai di olio extravergine d’oliva

1 cucchiaio di zucchero di canna

1 cucchiaino di lievito di birra secco

per la copertura

1 tuorlo

1 cucchiaio di latte

1 cucchiaio di zucchero

2 cucchiai di semi di papavero

Procedimento

Nel boccale dell’impastatrice mettere la farina, lo zucchero e il lievito di birra secco, unite una parte di acqua intiepidita e l’olio extravergine d’oliva. Azionate l’impastatrice e iniziate a lavorare l’impasto unendo la restante acqua controllando sempre la consistenza dell’impasto. Trascorsi 5 minuti unite il sale e i semi di papavero e continuate ad impastare per altri 5/10 minuti fino a quando sarà diventata liscia ed elastica. Trasferite l’impasto su una spianatoia, lavoratelo per qualche secondo con le mani dandogli la forma di una palla. Ungete una ciotola pulita con una spennellata d’olio, mettetevi la palla di pasta di pane dentro e praticate una croce con un coltellino affilato. coprite con un panno pulito inumidito e lasciate lievitare in un luogo riparato da correnti d’aria per circa un’ora e mezza o fino a quando si sarà raddoppiata.

Mettete un leggero strato di farina su una spianatoia, capovolgetevi l’impasto, sgonfiatelo con le dita dandogli una forma rettangolare, ripiegate i due lati più corti verso l’interno sovrapponendoli a portafoglio. Ruotate di nuovo l’impasto in modo da avere uno dei lati più corti verso di voi, allungatelo con le mani e piegate nuovamente i lati corti verso l’interno sovrapponendoli a portafoglio. A questo punto arrotolatelo leggermente come per fare un filoncino e dividetelo in tre parti uguali. Lavorate ciascuna parte con le mani in modo da ottenere tre rotolini di circa 25/30 cm di lunghezza.

Disponeteli uno accanto all’altro, e uniteli ad una estremità premendoli insieme. Intrecciateli e uniteli alla estremità inferiore premendoli e rivoltandoli in dentro. Trasferite la treccia su una placca da forno foderata con carta da forno, copritela nuovamente e lasciate raddoppiare di volume (circa  ora).

Accendete il forno a 200 ° C.

In una ciotolina sbattete il tuorlo con il latte e lo zucchero. Quando la treccia sarà lievitata nuovamente, pennellatela con questo composto e cospargetevi sopra altri semi di papavero. Infornate e cuocete per circa 30/35 minuti finché non sarà ben dorata. Lasciatela raffreddare su una gratella prima di tagliarla.

poppy seeds braided breadpoppy seeds braided bread

Ingredients:

225 g of wheat flour Type 1

175 ml of warm water

2 tablespoons of poppy seeds

2 tablespoons of extra virgin olive oil

1 tablespoon of brown sugar

1 teaspoon of dry yeast

a pinch of salt

to cover

1 egg yolk

1 tablespoon of milk

1 tablespoon of sugar

2 tablespoons of poppy seeds

Directions

In the mixing bowl add the flour, sugar and dry yeast, add one part of warm water, the extra virgin olive oil and start to knead adding the remaining water, checking the consistency of the dough. After 5 minutes, add salt and poppy seeds and go on to knead for a further 5-10 minutes until it become smooth and elastic and it cleans itself from the sides of the bowl. Transfer the dough on a lightly floured surface, knead for a few seconds and give the dough the shape of a ball. Grease a bowl with olive oil, put the ball of dough, cover it with a clean towel  or a plastic wrap and let rise at room temperature until it doubled its volume. It should take little over an hour.

When the dough is risen, place it on a lightly floured surface, divide into three parts and roll each one into a 25/30 cm rope. Braid the ropes, pinching the ends, and tuck them under to seal.

Gently place the braid on a baking sheet lined with parchment paper, cover with a towel or a plastic wrap and let it rest to double in size for about an hour.

Preheat the oven to 200 ° C.

Just before placing the bread into the oven, brush it with the egg wash ( 1 egg yolked mixed with milk and some sugar) and garnish with some poppy seeds. Bake for about 30/35 minutes or until golden.

Let it cool on a wire rack before slicing.

poppy seeds braided breadpoppy seeds braided bread

Pippi

Rosa rossa

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