(english version below)
Chissà perchè oggi mi è venuta in mente la mia vecchia 500, non vi ho mai raccontato di lei? Ero giovane, molto giovane.
Mi ha accompagnato per tanti anni fino a quando non sono stata costretta a separarmi da lei. Si può amare un oggetto così tanto? Sì.
Ho imparato a guidare con lei e con mio papà. Anche litigando. Lo ammetto.
Giravamo e giravamo attorno allo stadio della mia città per riuscire ad imparare a cambiare le marce e soprattutto a scalarle con la ‘doppietta’, (per niente facile direi). “Con delicatezza”, diceva mio papà, “devi ascoltare il ritmo del motore e poi segui i ‘dentini’ della corona del cambio così non si rovina”.
Era vero. Difficile però metterlo in pratica sempre.
Diceva: “il motore di una macchina deve ‘cantare’ e tutto ciò che ‘stona’ è sintomo di un problema. Anche quando tieni una marcia troppo a lungo è come una nota stonata”. Per lui era musica. Fu così che imparai a riconoscere perfettamente il rumore della cinghia della distribuzione che si rompe, o il semiasse che si va a far friggere. E senza neppure averli mai visti dal vivo!
Purtroppo imparai anche a riconoscere il ‘rumore’ sordo ed inesorabile della portiera che struscia contro il pilastro di Piazza Aranci. Ahi!
Aveva il tettino apribile la mia 500. Tipo cabriolet. Ne tenevamo sempre uno di scorta in garage perché spesso si rompeva o veniva tagliato dai ladruncoli che tentavano di rubarcela e che in realtà non sapevano che si apriva agevolmente con qualunque tipo di chiave.
Papà aveva però inventato un antifurto home made incredibile. Impossibile metterla in moto, ma è un segreto. Comunque, per tagliar la testa al toro e non rischiare troppo, c’era pure la catena al volante con un lucchetto che pesava un chilo.
La cosa più carina era però il buco sotto il tappetino. Un metodo molto semplice per far scorrere via l’acqua che inesorabilmente entrava quando pioveva forte. Certo, dovevi stare attenta a non passare dentro pozzanghere profonde, altrimenti si trasformava in una vasca da bagno. Come impianto di riscaldamento c’era una semplice bocchetta da cui passava l’aria calda che proveniva direttamente dal motore. D’estate invece non c’era altra soluzione che tirar giù i finestrini e aprire il tettuccio.
Era bella la mia macchinina. Quanti ‘viaggi’ con il sedile dietro così piccino eppure sempre pieno di asciugamani e borse frigo e ricambi per la sera durante l’estate, o pieno di libri, penne e mille fogli sparsi quando invece frequentavo l’università.
Non vi dico altro… ho ancora un mazzo di chiavi con la custodia di pelle (finta).
Era la mia ‘macchinina’. Così si chiamava.
Ingredienti.
Per la pasta brisé:
200 gr farina 00
50 gr farina integrale
125 gr burro
acqua q.b.
Per il ripieno:
200 gr verza
200 ml panna
3 uova
100 gr pecorino romano grattugiato
qualche granello di pepe rosa
sale
olio extravergine
In una ciotola miscela le due farine, aggiungi il burro freddo tagliato a cubetti e con le dita sfrega bene gli ingredienti in modo da ottenere un impasto pieno di briciole. Unisci qualche cucchiaio di acqua fredda e continua ad impastare fino a formare una palla liscia e uniforme. Avvolgila in una pellicola trasparente e tienila in frigorifero a riposare almeno un’ora.
In un’altra ciotolina sbatti leggermente le uova con la panna (non devono montare solo amalgamarsi), un pizzico di sale, il pecorino (lasciandone però una manciata per la guarnizione finale) e qualche granello di pepe rosa.
Monda la verza e scegli le foglie più tenere, tagliale a striscioline e mettile in una padella con un filo d’olio. Fai saltare per pochi minuti finché non si saranno ammorbidite e il loro verde non sarà diventato brillante, regola di sale e lascia intiepidire.
Stendi la pasta con il mattarello in una sfoglia piuttosto sottile, rivesti una teglia di circa 26 cm. di diametro, spennellata di burro.
Elimina la pasta in eccesso, distribuisci sul fondo la verza saltata e versa sopra il composto di uova e panna.
Distribuisci sulla superficie il pecorino tenuto da parte.
Adesso metti in forno a 180° per 35 minuti.
Ingredients.
Brisé:
200 g flour
50 g wheal flour
125 g butter, cold
Cold water
Filling:
200 g savoy cabbage
200 ml fresh cream
3 eggs
100 g pecorino cheese, grated
Some berries of pink pepper
Preparation.
In a bowl mix the flours, add the cold butter cut into small cubes and rub all the ingredients with your fingers until the dough is full of crumbs. Combine a few tablespoons of cold water and continue to mix until it forms a uniform ball. Wrap it in a plastic wrap and keep it in a refrigerator to stand at least one hour.
In another bowl, lightly whisk the eggs with the fresh cream (only blend), a pinch of salt, pecorino cheese (leaving a handful for the final seal) and some berries of pink pepper.
Wash the cabbage and choose the tender leaves, cut into thin strips and put them in a pan with a little olive oil. Sauté for a few minutes until they have softened and their color will become bright green, season with salt and let cool.
Roll out the dough into a rather thin leave, plate a greased pan of about 26 cm. in diameter, remove the excess dough, distribute the
sauté cabbage on the bottom and pour over the egg mixture.
Garnish the top with the handful of pecorino kept aside.
Bake at 180° for about 35 minutes.
with love
Pippi
Foto stupende, complimenti anche per la ricetta molto gustosa. Ciao :)
RispondiEliminaRosalba grazie infinite! :-)
Eliminaahahha, ma lo sai che anche io ho fatto scuola guida con il mio papò e con la 500?? bellissimaaa, poi a 18 anni l'ho presa e quando superavo i 50km, i finestrini si abbassavano da soli. Anche noi avevamo un antifurto segretissimo, perchè ormai il tettuccio era tutto tagliato. Chissà,magari è lo stesso segreto:-) bella la 500!!!grazie per il tuo ricordo condiviso e per le tue bellezze che ci proponi agli occhi. Sei fantastica!
RispondiEliminaMonique quella macchinina credo abbia lasciato ricordi indelebili a chiunque vi si sia imbattuto :-)
Eliminaun bacioneee
Sempre un piacere passare di qua. E adesso che ti abbiamo conosciuta (finalmente) di persona lo è ancora di più. Deliziosa la tua "macchinina" e...vorrei vederlo quel portachiavi. :-)
RispondiEliminaMi accorgo ora del nuovo look del blog...approvo approvo approvo: mi piace molto questo rosa delicato. Così come mi piace la tua quiche di verza, ingrediente spesso dimenticato...
ti abbraccio
simo
Simo ciao non sai che piacere abbia fatto a me incontrare voi e grazie sono felice la mia nuova veste ;-)
Eliminaun abbraccio forte forte a tutte e due!!
E'sempre bello venire a trovarti e trovo che questa ricetta sia perfetta per dire addio a questo gelo e far venire la primavera, come sempre le tue parole e le tue foto sono poesia, un bacione!
RispondiEliminaEly ciao!! speriamo che sia vero che il freddo e la pioggia lascino questo corpo!! heheh
Eliminacara Lauretta, pensa un pò che anch'io ho sempre dato un nome alle mie macchine. Sin son tutte chiamate Carolina! 1, 2 e 3.
RispondiEliminain effetti io penso che anche questi racconti vanno catalogati sotto la voce 'primi amori' e sicuramente ne avremmo da raccontare.
Cara la mia Lauretta, con i suoi racconti e le sue ricette e foto fantastiche!!
ogni volta capisco perchè ci siamo incontrate.
Un bacio
Anna
Annina... quella 'grande' di mio papà invece si chiamava 'terribile' :-)
Eliminami manchi...ti dico solo questo.
Ottima ricetta! Le tue foto, poi, sono fantastiche.
RispondiEliminaGiovyna grazieee
EliminaLaura è una quiche splendida, con verdure di stagione (io sono fissata con la stagionalità)... ma già un idea di primavera. Meravigliose
RispondiEliminaLara, sono le ultime verze del mio orto. Bisogna amarle fino all'ultimo giorno e poi si passa ad altro :-)
Eliminagrazie!!
Beh carissima.. questa quiche è veramente meravigliosa, mi ha riempito di sole e di primavera.. che purtroppo tarda ad arrivare! Foto stupende e accattivanti, sapori unici..! :D Complimenti! E ho letto con tenerezza la storia della tua 'macchinina' e delle guide con il papà: sai che anche mia madre aveva la 500? Me la ricordo, bianca con gli interni rossi. Pensavo fosse un auto delle bambole e 'da grande la volevo'.. invece la scuola guida (manco fossi capace poi di andare!!) l'ho fatta sulla clio scassata di mio fratello. Leggo con ammirazione le parole di tuo padre che ti spiega amorevolmente come guidare.. io ricordo solo che mio padre urlava di terrore perchè quasi beccavo tutte le porte delle auto in rotonda.....!! Un abbraccione!! :D
RispondiEliminasapessi Ely... quante volte abbiamo anche litigato però :-) quella portiera lasciata attaccata al pilastro non me la potrò mai dimenticare. :-)
Eliminaun bacio a te cara....
Golosa questa quiche, mi piace la pasta con la farina integrale e le foto come sempre stupende!!!
RispondiEliminaBacioni, buona serata :)
anche a me piace molto la pasta brisé con la farina integrale la uso spessissimo :-)
Eliminaun abbraccio
Troppo forte la 500! Mi ricordo di una volta dopo la scuola, che io e 2 miei compagni abbiamo fatto l'autostop per tornare a casa.
RispondiEliminaSi è fermato un tipo con una 500 cabrio e ci ha caricati tutti e 3.
Io e la mia compagna eravamo nei sedili posteriori con le ginocchia in bocca ed il mio compagno (alto quasi 2 m) con la testa fuori dal tettuccio! Un viaggio indimenticabile :)
Ottima la tua quiche bella dorata
hehehe classico riempirla fino all'orlo!!! :-)
EliminaCara Laura, mi hai fatto tornare alla mente i mille ricordi delle primissime guide con mio papà e della doppietta con la Topolino. Io guidavo in braccio a lui, prima di tutto, il furgone. Un Bedford azzurro con il tetto bianco. Immortalato nelle foto di famiglia, come uno di noi in pratica. E poi la Topolino...io la doppietta non riesco a farla nemmeno ora, ma è anche vero che non l'ho mai guidata per davvero. Mi piaceva di più farmi trasportare e sentirne il profumo di grasso, quello della manutenzione e l'aria fresca proveniente dal tendalino.Va beh, adesso basta... Questa quiche mi convince proprio, adorable!
RispondiEliminaun bacione,
Vale
ma sai che anche mio papà immortalava sempre le sue macchine una volta le mise tutte in fila : la sua grande , quella media di mio fratello maggiore e la 500 :-) bei ricordi Valentina.... stringono il cuore.. :-*
EliminaLaura, quanto dolcezza, quanta tenera delicatezza ritrovo sempre qui da te!
RispondiEliminaNel tuo modo di raccontare, nelle tue foto sempre così meravigliosamente belle, mi perdo e mi emoziono ogni volta! Sì davvero, sai sempre toccarmi il cuore e farmi emozionare!
Grazie per aver condiviso questo tuo bel ricordo! Questa quiche poi è deliziosa! Perdona se passo sporadicamente di qui, il mio tempo a disposizione per fare tutto ciò che vorrei è davvero sempre troppo poco! Ma ti penso sempre con grande affetto! Spero di rivederti presto cara Pippi, presto.... un bacio! Any
Anastasia non ti preoccupare e grazie invece per le tue di parole :-*
Eliminail tempo a nostra disposizione non è mai abbastanza ma la vita è fatta così .. :-)
ti abbraccio forte Any!
FAVOLOSA QUESTA QUICHE!
RispondiEliminagrazie!!
Eliminae io,prenderò mai la patente? domande esistenziali a parte, appena ho cominciato a scorrere le foto la mia stanza è stata invasa da una luminosità unica, sono bellissime, perfette per accompagnare il tanto desiderato e atteso arrivo della primavera. la quiche di verza mi piace proprio, a averci pensato prima di mangiarne così tanta da farmi stufare l'avrei provata sicuramente! ormai il prossimo anno,mi sa!:D
RispondiEliminaun abbraccio:)
:-) hehehe grazieeeeee ma si dai ora è tempo di passare ad altre verdure dolci dolci speriamo il sole torni presto!
Eliminaahah...vedo che le litigate con il papà per imparare a guidare la macchina sono una costante....che bei ricordi, grazie di averli condivisi con noi!!!!
RispondiEliminaPoi che aggiungere...questa torta salata è molto invitante!! un bacio
Olga credo che siano la prassi per poter imparare a guidare... ;-)
Eliminagrazie di tutto Olga ciaoo!!
Fortuna che tra poco mi insegni a fare le foto, perchè sennò passerei ore a contemplare le tue :)
RispondiEliminaTenera dolce Monica diventerai bravissima promessooooo!!! :-*
Eliminaoh mamma mia che delizia sopraffina! le tue fotografie davvero mi fanno impazzire! sono talmente toccanti...
RispondiEliminaElena cara... grazie :-*
EliminaOh ma che nostalgia. Per la Cinquecento ho ancora un moto di tenerezza. E' stata la prima macchina di mia madre (era azzurra polvere con le portiere che si aprivano al contrario), seguita poi da una seconda, bianca, sulla quale ho imparato a guidare. E poi c'era quella rossa fiammante di mia cugina, in cui entravamo in 6 e andavamo in giro nella provincia di Roma. Poi c'è stata quella gialla canarino con cui ho fatto un Milano- Roma nell'agosto dei miei 5 anni e che ancora ricordo come fosse oggi, con mio zio che guidata sull'autostrada del sole con la testa fuori dal tettuccio....ho ricordi incredibili e meravigliosi. Posso capire la tua malinconia.
RispondiEliminaLE tue foto mi trascinano dentro storie bellissime. Sono dei racconti in uno scatto.
Un abbraccio grande grande, Pat
Patrizia, :-) grazie ... davvero grazie...
Eliminamamma mia che bonta'...ho l'acquolina in bocca,complimenti...un abbraccio.
RispondiEliminaMaria grazie !!
Eliminaciao cara, come va? non importa se poi tu non lo girerai a tua volta o non lo posterai.. ma è solo un segno per dirti grazie per l'amicizia
RispondiEliminaSara
http://dolcizie.blogspot.it/2013/03/premio-very-inspiring-blogger-award.html
Sara grazie per il bel riconoscimento e sono io a dirti grazie per la tua di amicizia :-)
Eliminagrazie! :-)
RispondiEliminamamma mia che bontà! Adoro la verza e così deve essere ottima!:-) complimenti!:-)
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