lunedì 28 aprile 2014

Tartellette al caprino, con miele e timo

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Ci siamo rincorsi tutto il giorno, tra l’ingresso e il tavolo del salotto, un tuffo sul divano, tanti baci da farmi girare la testa e poi via, di nuovo a rincorrerci tra il tavolo del salotto e l’ingresso fino a farmi venire l’affanno.

Fuori pioveva. Dovevamo pur inventarci qualcosa.

Una breve pausa, il tempo di vedere un film, distesi vicini vicini, uno nelle braccia dell’altra.

Lo amo.

Poi mi sono alzata cercando di non far rumore, l’ho lasciato sonnacchioso sul divano e in punta di piedi ho aperto lo sportello della dispensa, versato la farina nella ciotola, un pò di burro a pezzetti, due uova…  e all’improvviso me lo sono ritrovato ai miei piedi, scodinzolante... Leopoldino amore mio…allora ho avvicinato la sua sedia alla finestra, un piccolo aiuto per saltarci sopra e, senza perdermi di vista un secondo, è rimasto, buono buono, lì con me a farmi compagnia.

 

In questi giorni dovevo sviluppare una ricetta per un cliente e ho pensato ad una ‘frolla’, salata sì, ma particolarmente profumata tanto che poi bastasse una farcia semplicissima per creare un piccolo antipasto gustoso. Il timo in questo periodo dell’anno sta per fiorire e la sua fragranza è davvero intensa e allora, perchè non impreziosire questa pasta con le sue foglioline? Detto, fatto. Il risultato mi è piaciuto moltissimo.

Non è neppure una ricetta vera e propria visto la sua semplicità: fai fondere del formaggio in un guscio di pasta, metti del miele e un’erbetta aromatica fresca, tutto qui. Non ci sono segreti.

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Ingredienti

per la pasta frolla salata:

250 gr farina 0

125 gr burro

2 uova

un pizzico di sale

2 rametti di timo fresco

per la farcia:

200 gr caprino semi stagionato

4 cucchiai di miele d’acacia

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In una ciotola metti la farina con un pizzico di sale, il burro tagliato a dadini e comincia ad impastare fino ad ottenere un composto sbriciolato quasi sabbioso. Aggiungi le foglioline di timo ben lavato e asciugato, le uova e continua ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Fai una palla, foderala con pellicola alimentare e riponila in frigorifero per una mezz’oretta.  Stendila in una sfoglia piuttosto sottile e fodera degli stampini da crostata imburrati eliminando la pasta in eccesso.

Taglia il formaggio a fettine e disponile sulla base dello stampo punzecchiato con una forchetta, leggermente sovrapposte l’una sull’altra. Distribuisci una cucchiaiata scarsa di miele su ciascuna porzione e aggiungi altro timo fresco.

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Inforna a 170° per circa 20 minuti o fino a quando il formaggio non sarà del tutto fuso e la pasta dorata e croccante.

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Pippi

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giovedì 24 aprile 2014

Pane classico a lievitazione naturale

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A volte serve pochissimo per illuminare una giornata. O una vita.

Basta un soffio, un sussurro, poche parole, semplici, come il profumo dell’erba medica appena tagliata o il rosso acceso dei papaveri che incorniciano il ciglio della strada.

E allora mi sento viva, fino al midollo. 

E quando sono particolarmente felice, panifico. Vi avverto….sto quasi diventando compulsiva.

Un paio di settimane fa,  grazie alla mia fatina/amica Annarita del il Bosco di Alici, ho frequentato un corso sulla panificazione, organizzato da Lorella Sanelli e tenuto dalla brava Sara Papa. Il luogo era da sogno, la Fattoria di Camporomano  sulle colline di Massarosa (LU), che vi consiglio di andare a visitare appena ne avete occasione, e la giornata bellissima e divertente, terminata con una cena servita, niente di meno che dentro il frantoio della fattoria. Bene, ma il completamento dell’opera è stato un graditissimo regalo che ci ha fatto Sara Papa: un pugnetto della sua preziosa pasta madre.

E fu così, che dopo un periodo in cui ci avevo quasi rinunciato, frastornata da mille altri pensieri, ho ripreso questo pugnetto pieno di magia, con quel profumo inconfondibile e me lo sono cresciuto con buona farina e acqua fresca, fino ad avere la dose sufficiente per iniziare a fare il ‘mio’ pane.

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Un pane semplice ma perfetto per riprendere familiarità con questo modo diverso, più antico, di panificare.

Seguendo il consiglio di Sara ho optato per una farina tipo 1 che a differenza di quella 00 e 0 è meno raffinata, quindi più sana e nutriente e di un delicato color nocciola. L’intento è quello di prendere le misure al mio lievito, capire cioè come si comporta, per affrontare in seguito panificazioni con farine più pesanti come quella integrale o di segale, che adoro.

Ma andiamo per gradi.

Radunate gli ingredienti, pesateli, raccogliete un briciolo di pazienza, pensate solo a cose belle e il risultato sarà eccezionale!

Ingredienti:

500 gr farina di grano tenero tipo 1

300 gr pasta madre rinfrescata 4 ore prima

250 gr/300 gr acqua a 20°(che significa meno di tiepida, molto meno)

10 gr sale

2 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Nella ciotola dell’impastatrice metto la pasta madre che ho rinfrescato 4 o 5 ore prima, aggiungo la farina e aziono il motore a velocità minima, aggiungendo poco alla volta l’acqua e i due cucchiai di olio. Dopo circa 10 minuti unisco il sale continuando poi ad impastare per altri 10 minuti. Infarino una ciotola e vi ho metto l’impasto per la prima lievitazione, copro con un telo (ma va bene anche della pellicola alimentare) e lascio lievitare fino al raddoppio. Questa fase può variare a seconda della temperatura interna della stanza in cui vi trovate. Nel mio caso ho impastato il pane alle otto di sera e ho lasciato lievitare per tutta la notte tenendo la ciotola sul tavolo della cucina che non era caldissima. Se volete accelerare i tempi mettete la ciotola nel forno con la lucina accesa, mentre, se volete rallentare la lievitazione, tenete la ciotola dentro il frigorifero.

Infarino un piano di lavoro su cui capovolgo la pasta, con le nocche delle dita la sgonfio con delicatezza e contemporaneamente l’allungo un pò. Poi faccio le pieghe: ripiego i lati più corti verso l’interno, ruoto la pasta di 90° allungando leggermente e ripiego ancora i lati corti verso il centro. Capovolgo di nuovo l’impasto, formo una palla aiutandomi con i palmi delle mani aperti  verso l’alto, facendo ruotare l’impasto e ‘chiudendo’ la pasta verso la base. Quando la superficie è diventata liscia e quasi trasparente, rivesto un cestino di vimini con un telo di cotone pulito, lo infarino bene e vi metto l’impasto per la seconda lievitazione.

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Cospargo la superficie con la farina, ricopro con i lembi del telo e faccio lievitare fino al raddoppio. Questa volta ho messo il cestino dentro il forno con la lucina accesa e l’impasto è lievitato in 4/5 ore. Questo il risultato.

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Infarino generosamente una piastra di ceramica refrattaria, ma potete utilizzare anche una lastra di ghisa, o  una pietra ollare o in mancanza una teglia comune quelle che avete senza troppi pensieri.

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Capovolgo l’impasto lievitato sulla piastra,

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pratico un profondo taglio sulla superficie con una lametta o un coltellino affilato,

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infarino ancora la superficie,

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e attendo 5 minuti prima di infornare la pagnotta.

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Questa volta ho cotto il pane nel mio forno a legna ad una temperatura di 200° per 50 minuti.

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Gli ultimi 5/10  minuti ho capovolto la pagnotta a testa in giù nel forno per lasciar cuocere bene anche la base. Il pane sarà arrivato alla giusta cottura quando, battendo la base con le nocche della mano o con un mestolo di legno, sentirete un suono sordo. A questo punto lasciate raffreddare la pagnotta sopra una griglia e poi affettatelo...

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E’ talmente buono questo pane dal leggero color nocciola che ne sentirete la fragranza già mentre la crosta scrocchia sotto la lama e le fette ricadono sul piano di lavoro…

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Basta un filo di olio extravergine d’oliva, una spolverata di sale e un rametto di timo fresco. Io non ho saputo resistere.

La merenda oggi a casa di Pippi.

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Pippi

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lunedì 21 aprile 2014

Pane bianco ai semi di lino

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Anche la Pasqua se n’è andata.

Ci sono arrivata di corsa, dopo una settimana intensissima di lavoro trascorsa tra i fiori… di zucchero, di Lorella Magni. Presto ne vedrete il risultato e credetemi, non sto nella pelle :-)

Oggi però è il momento del riposo. Una pioggerella fine fine mi tiene in casa e volentieri mi lascio trattenere. Leopoldino non si muove dal divano e mi segue con lo sguardo mentre cambio l’acqua alle rose arancioni che vorrei durassero un giorno in più e che domenica hanno abbellito la mia tavola.

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Una tipica tavola di campagna la mia, senza pretese vero, ma dai toni caldi e confortevoli. Ho voluto così la mia Pasqua: una cesta piena di pane fragrante, un arrosto alle mele che sfrigola lentissimamente dentro il forno a legna e il suo profumo che si sparge nell’aria. Se ci penso bene, non ho mai voluto altro dalla vita. 

La ‘lentezza’ e la semplicità sono stati il  ‘leitmotiv’ della mia domenica pasquale, trascorsa con le persone che amo in un lungo e caldo pomeriggio d’aprile, solo che vorrei lo fossero anche per gli altri 364 giorni dell’anno. Voglio troppo, eh? Forse.

Fermiamoci ogni tanto e riprendiamo il nostro tempo per goderci a fondo tutte le meravigliose sensazioni che ci può regalare.

E se parliamo del tempo che andrebbe speso meglio e con più consapevolezza, parliamo anche di come, con un briciolo di pazienza e senza fretta, si possa realizzare un pane morbido e gustoso con pochi facili gesti. Ecco, questo che vi presento oggi è un pane semplicissimo che chiunque può fare senza starci troppo a pensare.

Servono del lievito di birra fresco, un pò di malto d’orzo o del miele che aiutano la lievitazione e donano colore alla crosta del pane, un paio di manciate di semi di lino così ricchi di Omega 3, ma potete arricchirlo con altri semi o frutta secca o addirittura delle erbe aromatiche tritate. Scegliete sempre e comunque ingredienti di prima qualità a partire dalla farina e un’acqua leggera e pura. Il pane non ha bisogno d’altro.

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Ingredienti:

500 gr farina 0

300 gr acqua di fonte tiepida

10 gr lievito di birra fresco

50 gr semi di lino

1 cucchiaio di latte

10 gr sale fino (io utilizzo quello dolce di Cervia)

1 cucchiaio di malto d’orzo

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Per la lievitazione e la cottura di questo pane ho utilizzato  lo stampo di ceramica refrattaria di Emile Henry e devo dire che il risultato è sorprendente.

Mettete i semi di lino in ammollo per un paio d’ore poi scolateli e tamponateli bene.

Fate intiepidire leggermente l’acqua, prelevatene un pochino e mettetela in una tazza dove farete sciogliere il lievito di birra con il cucchiaio di malto. Nella ciotola dell’impastatrice versate la farina, l’acqua con il lievito di birra e cominciate ad impastare, unite i semi di lino lasciandone una manciatina per la decorazione finale e unite poco alla volta il resto dell’acqua continuando ad impastare per una decina di minuti, aggiungete il sale e proseguite la lavorazione per altri 5 minuti.

Formate una palla e sistematela in una ciotola  infarinata, coprite con un telo e lasciate lievitare per un’oretta circa. (prima lievitazione)

Infarinate poi un piano di lavoro, versateci l’impasto che dovrà risultare molto morbido, fate delle pieghe e formate di nuovo una palla, sistematela sulla base infarinata dello stampo e chiudete con la campana (seconda lievitazione), lasciate lievitare fino al raddoppio, per un paio d’ore circa. Con l’apposita lametta o un coltellino molto affilato fate sei tagli sulla superficie del pane, lasciate riposare un’altra mezz’oretta coperto. Spennellate la superficie con poco latte, distribuitevi i semini rimasti richiudete la campana ed infornate a 160°/170°per circa 35/40 minuti.

Il pane è cotto quando bussando con il pugno sulla sua base otterrete un suono sordo. Nel caso contrario potrebbe essere necessario capovolgerlo e lasciarlo cuocere ancora 5 minuti senza campana.

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Per una colazione energetica e salutare una fetta di questo pane morbido, un velo di buona confettura e siete pronti per affrontare al meglio la vostra giornata!

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Pippi

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venerdì 11 aprile 2014

Mattonella ai mirtilli al profumo di timo

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Siamo tornate alle nostre abitudini del mercoledì.

Lei con la sua giacchina  rossa di lana cotta, il foulard leggero legato al collo, un filo di trucco e le gote tornate rosee come sempre. E’ seduta di fianco e ogni tanto le sfioro la gamba, il braccio, la guardo mentre ride e chiacchieriamo di tutto e facciamo progetti per l’estate... è di nuovo qui accanto a me, felice.

La giornata è calda, piena di sole, scorrono sotto di noi campi immensi, grassi, rigogliosi; magnifici aironi cinerini si alzano in volo e  sembra un paesaggio così diverso adesso, dopo il lungo inverno piovoso in cui ci erano apparsi così desolati e tristi, sommersi com’erano da una coltre d’acqua stagnante. Questo tratto di strada che da Massa ci porta a Pisa, lo avremo fatto non so quante volte in questo ultimo anno, lei però lo vive sempre come una novità e mi dice, soddisfatta: “ vedi, ora andrei fino a Roma”, come se Roma fosse in capo al mondo. Quasi quasi la prossima volta tiro dritto e ce la porto. 

La meta di oggi, a parte una breve visita di controllo e la conferma di una bellissima notizia che aspettavamo, è l’Ikea. E non tanto per le cose da comprare.

*Non ridete vi prego, so benissimo che per una foodblogger e una mamma che fa manicaretti ogni giorno della settimana non fa elegante, ma noi adoriamo le polpette servite con la confettura di ribes e le patatine novelle, in più aggiungiamo sempre, una porzione (in due) di patatine fritte come antipasto. Ecco l’ho detto, mamma, ora lo sanno tutti.*

Dopo un primo momento di piacevole sorpresa perché la sala ristoro di questa Ikea pisana è davvero grande e colorata come non ne aveva mai viste, sceglie con calma uno dei tavoli vicini alla grande vetrata, si sistema per benino come se  fosse al banco di scuola e mi aspetta paziente, mentre mi faccio un’ora di coda al self service, guardando fuori la nostra macchina che è parcheggiata proprio lì sotto, vicino all’entrata.

Ogni volta che parlo di lei penso ad un dolce e chi la conosce sa che può essere paragonata solo ad una torta morbida. Questa poi, oltre ad essere morbida e ripiena di mirtilli, ha anche quel delicato aroma del timo limonino esaltato dalla scorza grattugiata di lime e che insieme al gusto caramellato e intenso dello zucchero Gulamerah di Bali che si ottiene dai fiori della palma da cocco dà vita ad un connubio davvero particolare. Ma non è finita qui.

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Vi ricordate di quella bellissima iniziativa organizzata dal Consorzio Agrario di Siena di cui sono stata una delle ‘protagoniste’ la scorsa estate? Bene da quella esperienza ho imparato molte cose e sono venuta a conoscenza di prodotti interessanti come la farina di grano Verna. Il grano Verna è una varietà antica nata dall’incrocio di altre due varietà che lo rendono particolarmente rustico e adatto ad essere coltivato  anche nelle zone montane. Dopo un trentennio in cui è stato ‘abbandonato’ perchè meno produttivo degli altri tipi di grano è stato riscoperto in questi ultimi anni grazie all’Ente Toscano Sementi, una istituzione fondata negli anni ‘30 e di cui fanno parte anche l’Università Agraria di Firenze e il Consorzio Agrario di Siena.

Grazie ad accurati studi  è emerso che si tratta di un grano naturalmente povero di glutine e quindi adatto a chi soffre di intolleranze anche se non è specifico per i celiaci e per chi soffre di problemi digestivi. E’ così che  Il consorzio Agrario di Siena ha incoraggiato i suoi soci a dedicarsi alla sua coltivazione. La macinatura a pietra a bassa velocità fa sì poi che al suo interno rimangano non solo il germe di grano ma anche una  notevole quantità di vitamine e sali minerali così importanti per la nostra salute. Io lo compro qui.

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Ingredienti:

180 gr farina di grano Verna tipo 2

150 gr burro ammorbidito

150 gr zucchero dai fiori di cocco

90 ml latte

2 uova

1 cucchiaino di lievito per dolci

scorza grattugiata di lime

150 gr mirtilli neri

qualche rametto di timo

Per la decorazione

120 gr mirtilli neri

50 gr zucchero a velo

succo di mezzo lime

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Mettete lo zucchero dai fiori di cocco in un macinino, azionatelo a tratti fino a renderlo più sottile. In una  boule, utilizzando delle fruste elettriche, montate il burro morbido con lo zucchero ottenendo una crema soffice e omogenea. Unite le uova una alla volta, la scorza grattugiata del lime e la farina setacciata con il lievito per dolci.

Lavate e asciugate il timo e unite le sue foglioline all’impasto.

Sciacquate i mirtilli, tamponateli con carta da cucina e infarinateli leggermente, uniteli al composto e amalgamate il tutto.

Imburrate una teglia quadrata con i lati di 18 cm, versatevi il composto  e infornate a 160° (ventilato) per 25 minuti circa. Se lo cuocete a forno statico aumentate la temperatura intorno ai 170°.

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In una padella antiaderente mettete i restanti mirtilli con lo zucchero a velo e il succo del lime, cuocete qualche minuto.

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A fine cottura togliete la torta dal forno, fate la prova dello stecchino e quindi se ne esce asciutto significa che il dolce è cotto alla perfezione, fatelo raffreddare per 5 minuti nella teglia e poi sformatelo e mettetelo a raffreddare completamente su una gratella.

Sistemate il dolce su un piatto da portata, versate sulla superficie i mirtilli sciroppati, qualche fogliolina di timo e una grattugiatina di scorza di lime una spolverata con zucchero a velo e servite.

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Pippi

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venerdì 4 aprile 2014

Quiche di asparagi con pasta brisé integrale e pepe rosa

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( se ti va ascolta con me mentre leggi le mie parole)

Ci giro intorno, le dita seguono il suo profilo e si attardano sulla superficie irregolare. Accarezzo la tinta screpolata e penso a tutto quello che ha vissuto prima di arrivare qui. Non posso separarmi da lui e da tutto ciò che rappresenta per me.

Dal vetro della credenza, sullo sfondo, intravedo il barattolino che custodisce le bacche di pepe rosa, lo prendo ma le bacche mi si sparpagliano sul tavolo e decido di lasciarle lì, saranno il mio filo conduttore.  Affondo la mano nel cassetto e  scelgo una cotonina delicata con piccole roselline su fondo crema, un’altra a minuscoli quadretti e gli accosto la mia preferita, quella con sottili disegni color melanzana. Verso la panna dentro una bottiglietta e l’appoggio sui piattini. Mi allontano e osservo. E’ proprio quello che ho immaginato per questo post  di oggi. Un’atmosfera calda e raccolta come quando ti chiudi nella tua cucina verso il tardo pomeriggio e la luce radente che attraversa la finestra diventa più morbida, quasi carezzevole. Ti metti il grembiule, raccogli sul tavolo i pochi ingredienti che ti serviranno e scegli di amare anche così, cucinando con semplicità. 

 

Tre uova, un pugno di farina, un vecchio tavolo con i segni di una vita incisi nel profondo e uno spago per tenere i sogni ben saldi.

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Inizia la stagione degli asparagi e quindi, cosa c’è di meglio di una classica quiche resa un pò speciale dalla presenza di una base fatta con una parte di farina integrale profumata di menta e una farcia in cui il classico gruviere viene sostituito con un formaggio nostrano, come la ricotta salata?  La spezia di turno oggi è il pepe rosa che ho pestato leggermente prima di inserirlo nella farcia e poi distribuito sulla superficie di questa tortina che non può mancare sulla vostra tavola di primavera!

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Ingredienti:

125 gr farina 00

125 gr farina integrale

125 gr burro

1 tuorlo

3 cucchiai di acqua ghiacciata

Un pizzico di sale

Foglioline di menta

1 uovo per spennellare la pasta

Per la farcia:

500 gr asparagi

150 ml panna fresca

150 gr ricotta salata grattugiata

3 uova

Un pizzico di sale

Bacche di pepe rosa 

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In una ciotola mescolate le due farine, il pizzico di sale e le foglioline di menta spezzetate, unite il burro morbido a pezzetti e lavorate con le mani fino ad ottenere un composto sbriciolato. Unite il tuorlo e impastate aggiungendo l’acqua ghiacciata. Stendete la pasta in una sfoglia non troppo sottile e foderate uno stampo imburrato. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e mettete a riposare in frigorifero per mezz’ora.

Tagliate gli asparagi eliminando la parte legnosa, lavateli bene e fateli cuocere per un paio di minuti in acqua bollente poi scolateli e fateli raffreddare in acqua ghiacciata.

In una ciotola mescolate le uova con la panna, la ricotta salata e una manciatina di bacche di pepe rosa pestate. Regolate di sale.

Togliete lo stampo dal frigorifero e ricoprite la pasta brisé con carta da forno e fagioli secchi, mettete in forno a 180° per 15 minuti, poi eliminate la carta e rimettete in forno per 5/6 minuti. Spennellate il fondo con l’uovo leggermente sbattuto, versate la farcia di uova e panna e sistemate gli asparagi sbollentati.

Infornate e cuocete per circa 25 minuti. 

 

 

 

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Pippi

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martedì 1 aprile 2014

Flan di ceci con cumino, origano e pepe di Caienna

Flan di ceci con cumino, origano e pepe di caienna

(ascolta con me mentre leggi)

Un’ora di luce in più.

Le finestre si spalancano presto al mattino e si chiudono tardi la sera come occhi avidi di colore. Leopoldo freme per uscire, attirato dai merli e dai passerotti che ignari di lui, per un momento, si appoggiano tranquilli sul prato per beccare i vermetti nascosti tra i fili d’erba. Li lascio mangiare in pace ancora per un po’.

Con lo sguardo cerco le margherite che si dischiudono solo a metà mattina, quando il sole finalmente inonda anche quella parte di giardino e allora formano delle chiazze di bianco puro che da lontano sembra neve…che strano, neve. Neve che qui non cade mai, neppure d’inverno…

Sono immobile, la fronte appoggiata al vetro e la mia tazza di té che fuma, stretta tra le mani come ogni mattina. Un fremito mi percorre la schiena, le mani tremano, e gli occhi cercano disperati qualcosa che è ormai lontano… finito.

So cos’è.

Ma è solo un attimo, poi Leopoldo con la zampetta mi gratta un piede e torno, riconoscente, qui da lui, la fronte appoggiata al vetro e il mio té che aspetta di essere bevuto. Apro allora uno spiraglio dalla porta e una nuvola cinguettante e disordinata si leva all’improvviso dal prato.

 

Le spezie non mi abbandonano.

Questo impasto assomiglia molto a quello dei falafel anche se per quest’ultimi, i ceci, non devono essere cotti ma semplicemente lasciati in ammollo per alcune ore.

Anche in questa ricetta torna il cumino, che credo ormai abbiate capito io adoro, fin troppo, a detta dei miei compagni di desco. Cioè, uno solo. Sarò costretta per qualche tempo a lasciarlo chiuso nel barattolino.

Ho voluto dare un tocco nostrano  a questo flan con una grattatina di pecorino stagionato che armonizza tutti i sapori concentrandoli su di sé e l’origano…ne vogliamo parlare? E’ talmente ricco di  profumo in questo periodo che non si può non utilizzarlo. Mentre scrivo al computer intravedo dalla finestra l’altra metà del mio desco che sta rimpolpando di erbette nuove la mia aiuola odorosa. Anche questo è amore. Infinitamente grata. Grazie. 

Flan di ceci con cumino, origano e pepe di caienna

Ingredienti:

500 gr ceci lessati

1 cipolla tritata finemente

1 spicchio d’aglio tritato finemente

3 uova

40 gr pecorino grattugiato

2 cucchiai di farina di mais

1 cucchiaino di semi di cumino

1/2 cucchiaino di pepe di Caienna in polvere

origano fresco qualche rametto

olio extravergine d’oliva

sale q.b

 

Flan di ceci con cumino, origano e pepe di caienna

Mettete i ceci lessati in un mixer, aggiungete la cipolla tritata, l’aglio, le foglie di origano, il cumino pestato, il pepe di Caienna, un pizzico di sale e qualche cucchiaio d’olio. Frullate per qualche secondo fino ad ottenere un composto omogeneo. Unite le uova intere, il pecorino grattugiato e mescolate bene.

Ungete una piccola pirofila e spolveratela con due cucchiai di farina di mais (o pan grattato), eliminando l’eccesso.

Versatevi il composto, livellatelo e ponete in forno caldo a 180° per circa 25 minuti. Sarà pronto quando si sarà formata una crosticina dorata sulla superficie.

Flan di ceci con cumino, origano e pepe di caienna

 Flan di ceci con cumino, origano e pepe di caienna

 Flan di ceci con cumino, origano e pepe di caienna

Alla prima occasione provate questo flan e tenete conto che i ceci sono importantissimi per la nostra salute anche se un pochino calorici (basta non abusarne) sono ricchi di fibre, ferro, potassio, fosforo, vitamina A e aiutano ad abbassare i livelli ematici di colesterolo e glucosio.

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Buon tutto

Pippi

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