Ieri era primavera.
Ho camminato sulla spiaggia respirando l’aria salmastra di un mare in tempesta. Ho chiuso gli occhi e lasciato che il sole, caldo e invitante, toccasse finalmente la mia pelle per farla arrossire un pò, non di vergogna ma solo di ‘piacere’. Il fruscio delle biciclette che sfilano sul marciapiede del lungomare, il rollio attutito dei pattini di bambini traballanti ma pieni di coraggio, coppiette di ogni età che si tengono per mano, podisti, concentrati e immersi come in trance nel loro mondo, che ti sfiorano veloci, cani silenziosi che camminano mollemente senza perdere di vista i loro padroni.
Voci, risate, parole pronunciate sommessamente, nell’unico giorno di sole, come per paura che quell’incanto potesse svanire.
Oggi è inverno.
Difficile riprendersi dopo una domenica trascorsa così e svegliarsi, il giorno dopo, di nuovo con la pioggia…
Quando le giornate sono uggiose uno dei rimedi per trascorrerle al meglio è preparare qualcosa di buono per consolarsi senza perdere di vista le buone abitudini di mangiare solo cose sane e genuine (sono a dieta…#sapevatelo!!).
I primi giorni dell’anno, ho ricevuto una mail che arrivava direttamente dalla Puglia. Leggere le parole scritte dal mittente è stato come essere di nuovo inondata da quel sole luminoso, dai sassi bianchi e dalla terra rossiccia e carnosa di quella regione che amo per più di un motivo. Margherita è una donna piena di entusiasmo e passione, si è trasferita da Trieste a Lecce ed ha iniziato una nuova avventura come solo le donne sanno fare.
Margherita Diviccaro vive a Tricase in provincia di Lecce e si è dedicata alla coltivazione e valorizzazione della Opunzia Dilleni, una cactacea originaria del Messico i cui frutti sono ricchissimi di antiossidanti, vitamina C, Manganese, Potassio e Calcio. I suoi fichi, ricoperti da insidiose spine, sono di uno straordinario color magenta, hanno un gusto leggermente acidulo, simile a quello del ribes rosso e dell’uva e un vago profumo di rosa.
A differenza del Fico d’India, di questi piccoli frutti si utilizza solo la polpa sottile con la buccia, dopo aver eliminato le spine e la parte centrale, costituita da semi coriacei avvolti in una sostanza gelatinosa.
Margherita, Titti per gli amici, produce una confettura extra di opunzie senza conservanti né pectina e con solo il 20 % di zucchero che dovete assolutamente provare!
Troverete le sue opunzie e le sue confetture a Identità Golose presso l’Arte del Convivio e per chi ne volesse sapere di più potete contattare Margherita direttamente qui: tittidivi@gmail.com.
Io ho pensato di utilizzare questi piccoli fichi in un primo piatto abbinandoli ai morbidi chicchi d’orzo cotti come fossero risotto e accostandoli al cipollotto di tropea, dolce e profumato.
Ingredienti:
300 gr orzo in chicchi
2 cipollotti di Tropea
3 o 4 opunzie
50 gr parmigiano reggiano grattugiato
brodo vegetale q.b.
olio extravergine d’oliva
sale, pepe
In una casseruola scaldate 3 cucchiai d’olio extravergine, fatevi rosolare per un minuto il cipollotto affettato sottilmente (anche parte del gambo verde), versate l’orzo e fate tostare per qualche minuto, sfumate con 1/2 mestolo di brodo vegetale bollente (preparato con acqua salata, carota, sedano, porro, aglio, 1 pomodorino e il gambo di prezzemolo).
Continuate la cottura aggiungendo man mano altro brodo bollente fino a quando i chicchi non saranno diventati morbidi ma ancora piuttosto tenaci sotto i denti.
Nel frattempo avrete pulito le opunzie (a me Margherita le ha mandate già despinate) tagliatele a metà nel senso della lunghezza, con un cucchiaino eliminate il cuore centrale con i semi, sciacquatele e tamponatele.
Tagliatele a striscioline sottili o a cubetti, ponetele in un padellino con un filo di olio e fatele saltare per pochi istanti, senza farle cuocere troppo altrimenti il loro rosso magenta si spegnerà.
Quando l’orzotto sarà cotto, mantecate con un paio di cucchiai di olio, il parmigiano reggiano grattugiato e completate con le opunzie saltate in padella.
Ingredients:
300 g barley in grain
2 spring onions of Tropea
50 g grated Parmesan cheese
vegetable stock q.b.
extra virgin olive oil
salt and pepper
In a saucepan heat 3 tablespoons of olive oil, sauté for a minute the onion, thinly sliced (including the green stem), pour the barley and toast it for a few minutes, than pour in 1/2 ladle of boiling vegetable stock (prepared with salt water, carrot, celery, leek, garlic, tomato and a stalk ok parsley).
Continue cooking, gradually adding more boiling stock until the grains will be soft but still pretty tough to eat.
In the meantime you need to clean the opuntias eliminating the thorns, cut them in half length-wise, and with a teaspoon eliminate the central core with the seeds, rinse and dab.
Cut into thin strips or cubes, put them in a pan with 1 tbs of olive oil and sauté for a few moments, without overcooking them otherwise their magenta colour will turn off.
When the ‘orzotto’ (barley) is cooked, stir in with two tablespoons of olive oil, the grated Parmesan cheese and finish with sauteed slices of opuntias a cousin of the prickly pears.
with love
Pippi
Lauretta cara, che novità anche per me che vivo in Puglia, queste opunzie. Non le conoscevo, o forse si le avrò viste ma non sapevo che fossero loro. Forse pensavo a fichi d'india piccoli e basta.
RispondiEliminaOttima occasione per conoscerli da vicino, e andarci insieme quando verrai qui a trovarmi.
Anche qui piove e piove e piove. E il mio ottimismo vacilla.
un abbraccio
Non conoscevo le opunzie?
RispondiEliminaMa amo i fichi d'india!
Ricetta da salvare e foto da ammirare..
Buona settimana!
Laura
Opunzie? Mai sentite e mai viste, che bello conoscerle attraverso i tuoi occhi poetici come il racconto della tua domenica.
RispondiEliminaSperando che il sole arrivi presto buona giornata
Enrica
Qualche anno fa sono stata in vacanza vicino a Tricase, sai? Conosco bene la Puglia, il Salento, i suoi cibi meravigliosi... e conosco la forza delle donne, la loro capacità di reinventarsi, il coraggio, la passione che mettono in ciò che fanno... che ritrovo anche in te, ogni volta che vengo qui gli occhi sono catturati dalle foto, me li rubi proprio! Non smetterò mai di dirtelo, sappilo! ;-) Le opunzie non le avevo mai viste nè sentite, ma già me ne sono innamorata...
RispondiEliminapasso per lasciarti un bacino.. <3
RispondiEliminale opunzie...ma dove le scovi queste delizie,e sopratutto,questi abbinamenti?
RispondiEliminale foto fanno innamorare :)
Chissà se avrò mai l'opportunità di assaggiare queste simpatiche opunzie (mi piace pure il nome!)
RispondiEliminaintanto mi "gusto" le tue magnifiche immagini!!! :-)
Che bel blog e che foto meravigliose!!!! Sono arrivata qui grazie all'AIFB.
RispondiEliminaSono pugliese di origini ma non conoscevo le opunzie... quando torno a casa cercherò di farci caso.
A presto :)