giovedì 27 ottobre 2016

Zucca al forno con crumble di nocciole


Zucca al forno con crumble di nocciole

Finalmente mi fermo un attimo, tolgo il grembiule, metto la macchina fotografica in stand-by e, mentre il temporale si allontana, approfitto per accendere il computer e scrivervi di una ricetta che vi avevo promesso, anche se, per la verità, parlare di ricetta, in questo caso, mi fa un po' sorridere.

Ma in fondo, chi non ama i piatti semplici e poco complicati, che con un nonnulla ti stupiscono e  che metti insieme in tre mosse soltanto? 
Questo è uno di quelli, non c'è ombra di dubbio.

Mettetevi all'opera dunque, cercate una zucchetta dalla polpa zuccherina e soda, delle nocciole, o noci, o mandorle, (e perché no, anche un miscuglio andrà benissimo) ma che siano di buona qualità, e qualche fogliolina di erba aromatica. Quelle che avete sul davanzale andranno benissimo! 

Qualche settimana fa ho avuto la fortuna di trovare al supermercato, nel reparto del biologico, questa piccola zucca di cui, facendo ricerche sul web e nei libri, ne avevo apprezzato la fama, le caratteristiche organolettiche oltre che le sue peculiarità in cucina senza però aver avuto ancora la fortuna di trovarmici faccia a faccia.
Prende il nome dall'isola giapponese da cui proviene, Hokkaido. E' una zucca dalle dimensioni ridotte, con una scorza sottile e dura di un arancione intenso, e semi  più cicciotti e rotondi rispetto ad altre varietà di zucca più comuni.
In Francia la chiamano Potimarron, da potiron = zucca e marron = castagna, infatti la sua polpa dolce, farinosa e fondente ha un gusto che richiama moltissimo quello della castagna. 
L'ho portata a casa, l'ho studiata, annusata, accarezzata, fotografata e tenuta per un po' di tempo sopra la credenza per goderne dei colori caldi e avvolgenti.
Ma la curiosità di vedere come era fatta al suo interno e di assaporare la sua carne era tanta che, preso il coraggio a quattro mani e un coltellaccio di quelli che non perdonano, ho inciso la scorza e trafitto la sua polpa.  

zucca Hokkaido


zucca Hokkaido

E' bellina anche dentro, con un cuore pieno di semi, come del resto quello di tutte le zucche che, sembrano vuote, e invece..... 


zucca al forno con crumble di nocciole

Ingredienti
1 piccola zucca Hokkaido
30 g di nocciole
30 g di burro
30 g di pangrattato
30 g di pecorino romano, grattugiato
scorza grattugiata di limone
erbette fresche a vostro gusto (menta, melissa, maggiorana, origano, timo etc)
sale e pepe

Preriscaldate il forno a 200°.
Se trovate una zucca non trattata e biologica, vi consiglio di utilizzarla con la buccia.
Lavate molto bene la zucca, spazzolatela per eliminare eventuali tracce di terriccio, togliete anche i semi e i filamenti interni e tagliatela a spicchi.
Lavate e asciugate le foglioline delle erbette che avrete scelto (una manciatina sarà più che sufficiente), tritatele o tagliuzzatele.
Tritate grossolanamente le nocciole, mescolatele con le erbette, il pecorino romano, il pangrattato e il burro freddo a dadini. Un pizzico di sale, una spolverata di pepe e poi con la punta delle dita, lavorate velocemente il burro con gli altri ingredienti per ottenere un composto granuloso. 

zucca al forno con crumble di nocciole


Rivestite una teglia con carta da forno e sistematevi gli spicchi di zucca, cospargeteli generosamente con il crumble di nocciole ed infornate.

zucca al forno con crumble di nocciole

Il tempo di cottura varia a seconda dello spessore degli spicchi, ma considerate una mezz'oretta per un risultato ottimale. Verso la fine cottura date un colpetto con il grill giusto per abbrustolire un pochino di più il crumble. Ho servito le fette di zucca con una salsetta fatta semplicemente con yogurt greco, succo di limone e un pizzico di sale.

zucca al forno con crumble di nocciole


Alla prossima ricetta dove, le castagne, faran capolino!

Pippi




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venerdì 14 ottobre 2016

Insalata di quinoa, ceci e uva nera


quinoa salad with purple grapes

Il mio è un inizio d'autunno pieno di dolcezza, di piccole, buone notizie che, finalmente, dopo mesi ci lasciano felici con prudenza; di un pomeriggio al sole con mia mamma, mentre consumiamo un pasto in riva al mare, come premio, e che, in barba a tutto, ci godiamo senza freni, inzuppando quelle spudorate patate fritte dentro chili di maionese e ketchup; di un piccolo gelato fuori stagione, diviso a metà, per  me noccioline e cioccolato, a lei la vaniglia e il resto del cono, pensando, in questo modo, di rimetter le cose in pari. 
Un autunno che aspettavo, fatto anche di pioggia fitta, squassata dal vento, proprio come oggi, di pomeriggi grigi perfetti per rifugiarsi sotto il plaid, leggere un nuovo libro e godersi il tepore della casa e di Leopoldino, che non mi lascia mai.

E mentre fuori la pioggia sferza contro i vetri puliti e il vento ulula impazzito facendo scappare tutti gli uccellini, vi preparo un piatto delicato pieno zeppo di chicchi: di quinoa, di ceci e di succosa uva nera. Il basilico è quello che rimane della mia produzione estiva che nell'orto ormai non esiste più se non per un vasetto che tengo, con gran cura sul davanzale di cucina. Sostituite quindi il basilico con aghi di rosmarino o altra erba aromatica, seguite il vostro gusto e soprattutto la disponibilità del momento.
Grazie per esser passati da qui.

grappolo di uva rossa



insalata di quinoa, ceci e uva rossa


Ingredienti per 4 persone:

200 g di ceci secchi
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
1  grappolo d'uva
200 g di quinoa bianca
succo di  limone
foglie di basilico
olio extravergine d'oliva
sale e  pepe

Procedimento.

- La sera prima mettete i ceci in ammollo in acqua fredda. 
- Il giorno seguente, scolateli, sciacquateli e fateli lessare in abbondante acqua per circa 2 ore con uno spicchio d'aglio e un rametto di rosmarino. Salate solo quando manca mezz'ora alla fine cottura. 
- Staccate i chicchi d'uva, lavateli, asciugateli e tagliatene alcuni a metà. 
- Sciacquate molto bene la quinoa in acqua fredda per eliminare la 'saponina', mettetela in una casseruola con il doppio del suo peso d'acqua, aggiungete un pizzico di sale e portate ad ebollizione.
- Coprite con il coperchio, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere dolcemente per 15 minuti. Poi togliete dal fuoco, lasciate riposare 5 minuti e sgranate con una forchetta.
- Mettete i chicchi d'uva in una padella con un filo d'olio e saltateli per pochi istanti,
- Trasferite la quinoa in una ciotola, mescolatela con i ceci lessati e scolati, i chicchi d'uva, condite con un buon olio d'oliva, qualche goccia di succo di limone, sale, pepe e profumate con foglie di basilico o altra erba aromatica. 

insalata di quinoa, ceci e uva rossa

Alla prossima ricetta, sento un profumo di zucca nell'aria...
Pippi



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mercoledì 5 ottobre 2016

Pane al grano arso - lievitazione naturale


pane al grano arso


Un sacchettino con della farina scura che sembra caffé, il profumo corposo, tra il tostato e l'affumicato che da solo basterebbe a far capitolare chiunque. 
Un regalo prezioso, quel sacchettino, da parte di un'amica, Annarita, con cui condivido molto: passioni, gioie e a volte dolori.

Come facevo a non provare a farci un pane tondo, senza spigoli, di quelli da tenere al riparo, avvolti in un panno ruvido e pulito? Una pagnotta dal colore e dal profumo intensi, rustica all'aspetto ma morbida dentro quasi contenesse una promessa? 

Pane al grano arso (lievitazione naturale)


 Non c'è grano più povero del grano arso, almeno questo era vero un tempo (oggi costa un occhio della testa), quando, dopo la mietitura del grano, per eliminare le stoppie e le male erbe, vi si dava fuoco. Ai braccianti, poveri in canna, veniva concesso di raccogliere le spighe e i chicchi di grano bruciacchiati, rimasti a terra. Questi chicchi dal profumo inconfondibile, venivano fatti macinare, ricavandone una sorta di semola scura, da mescolare a poca farina bianca per farne pasta e pane.

Solo recentemente, grazie ad alcuni agricoltori pugliesi, si è tornati a produrre farina di grano arso, con procedimento totalmente differente, però, da quello del passato, per scongiurare le conseguenze cancerogene insite nella bruciatura dei chicchi. Oggi, il grano, prima di esser macinato viene semplicemente tostato proprio come avviene per il caffé, con un metodi moderni e accurati, creando un prodotto sicuramente differente da quello del passato ma dallo stesso profumo di nocciole tostate, che lo rende un prodotto davvero unico. 

Non mi resta che darvi la ricetta e chiedervi scusa per tutto il tempo che ho lasciato passare dall'ultimo post ad oggi, ma la mia vita, al di qua dello schermo, funziona esattamente come la vostra, al di là dello stesso, diventando, nostro malgrado, una matassa da cui sembra non se ne possa uscire mai.
Poi capisci una cosa semplice, che basta darsi dei piccoli traguardi, senza strafare, senza tirare troppo il fiato, come si fa in montagna, di fronte ad una salita ripidissima, pregando che finisca presto. 

E arriva il momento che riprendi fiato, trovando nuove parole per riempire una pagina bianca.


pane al grano arso

Ingredienti per una pagnotta:

Prefermento con lievito naturale 1:4
40 g di lievito naturale solido (rinfrescato con una parte di lievito, una parte di farina e 45% di acqua)
160 g farina di forza bio
80 g acqua
2° impasto:
la massa del prefermento ( la mia era di circa 280 g)
450 g di farina 1
50 g farina di grano arso
325 g di acqua tiepida
12 g di sale
2 g di malto d’orzo


lievito naturale

Procedimento:
La sera prima preparate il preimpasto con lievito naturale rinfrescato la mattina ( 1 parte di lievito, 1 parte di farina e 45% di acqua): nella ciotola dell’impastatore con gancio a spirale mettete gli ingredienti ed impastate a velocità 1 per una decina di minuti. Lasciate l’impasto a temperatura ambiente tutta la notte ( ad una temperatura di circa 21° C) .
La mattina successiva mettete tutta la massa del preimpasto nella ciotola dell’impastatore e unite gli altri ingredienti: farina, acqua tiepida, il malto e dopo qualche minuto che avete iniziato ad impastare aggiungete il sale. Impastate fino ad ottenere una pasta ben strutturata,  per circa 10/15 minuti a velocità 1. Trasferite la pasta sulla spianatoia, formate una palla e mettetela in una ciotola coperta con un panno pulito. Fate puntare 30  minuti / 1 ora dentro il forno spento.


pane al grano arso

Trasferitela nuovamente sulla spianatoia, ben infarinata, fate delle pieghe, formate la pagnotta, trasferitela in un cesto di vimini foderato con un telo pulito oppure come ho fatto io nella 'campana' di terracotta di Emile Henry, spolverata con semola, chiudete il coperchio e lasciate lievitare per circa 2 ore o fino a quando l’impasto sarà cresciuto di una volta e mezzo.

Prima di infornare praticate dei tagli profondi con un coltello affilato o una lametta. Infornate a 230° C, dopo dieci minuti abbassate a 200° e cuocete per circa 40 minuti, poi togliete la campana, capovolgete la pagnotta e cuocete per 10 minuti. 

Pane al grano arso (lievitazione naturale)

Prima di tagliarlo fatelo raffreddare completamente sopra una gratella, coperto con un panno pulito.
Buona colazione!

pane al grano arso


Nel frattempo ho trovato dell'uva rossa succosa e buonissima!
Alla prossima ricetta
Pippi



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